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A FOLIGNO LA MADONNA DEL BOLIDE DI RAFFAELLO

Foligno – La Madonna di Foligno di Raffaello torna in città il 18 gennaio. L'opera del grande artista urbinate rientra dopo 217 anni nel luogo che l'ha ispirata. Sarà esposta nella chiesa del monastero di Sant’Anna, proprio da dove è stata sottratta nel 1797.
Il dipinto resterà a Foligno fino al 26 gennaio. La mostra aprirà al pubblico dalle 15:00 del 18 gennaio, dopo l'inaugurazione a Palazzo Trinci delle 12:00. Nei giorni successivi, ingresso gratuito ed orario di apertura lungo (dalle 9:00 alle 19:30), per consentire il più ampio accesso alle visite, guidate e della durata di 15 minuti in gruppi di 25 persone.
Il capolavoro proviene da un'esposizione a Palazzo Marino di Milano, dove ha registrato un'enorme affluenza di pubblico. Anche a Foligno è attesa una grande presenza di visitatori, oltre a tutte le scuole della regione cui è stato rivolto un invito particolare data la straordinarietà dell'evento.
E' grazie alla volontà dell'amministrazione comunale e della diocesi di Foligno che il capolavoro torna, anche se solo temporaneamente, nella città che ne ha suscitato la creazione e l'ha conservato per oltre due secoli. Intercettato nel suo viaggio di ritorno da Milano ai Musei Vaticani, è stato dirottato in Umbria grazie all'interessamento del Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, cardinal Giuseppe Bertello, che – acquisito il parere dei Musei Vaticani e ricevuto il nullaosta della Segreteria di Stato – ha accolto le richieste del sindaco Nando Mismetti e del vescovo monsignor Sigismondi, da anni impegnati per il ritorno dell'opera nel luogo di origine. Mecenate dello straordinario evento è Eni, che finanzia l'intera operazione di trasferta dai Musei Vaticani a Milano e ritorno, con la gradita ed inattesa deviazione a Foligno.
La storia – L'ispirazione da cui nasce la Madonna di Foligno e la sua travagliata storia sono affascinanti, ed esaltano ancor di più l'indiscutibile valore artistico dell'opera. Viene commissionata a Raffaello dal folignate Sigismondo de' Conti, segretario del pontefice Giulio II. Eseguito tra il 1511 ed il 1512, il grande olio su tavola (320x194 cm) rappresenta un ex voto per grazia ricevuta: sullo sfondo del dipinto è tracciato l'evento miracoloso che salva la casa di Foligno del committente dalla caduta di una meteora.
Sigismondo de' Conti muore a Roma, contestualmente al compimento dell'opera. Così, anziché a Foligno, la pala d'altare viene collocata vicino alle spoglie del suo ispiratore, nella basilica romana di Santa Maria in Aracoeli. E lì resta per poco più di 50 anni. Da allora, ha compiuto un lungo e avventuroso viaggio. Nel 1565 viene trasferita nella città umbra per opera di suor Anna Conti, nipote del committente, e sistemata nella chiesa di Sant'Anna, proprio dove adesso potrà essere di nuovo ammirata.
Ma la pala è così bella da essere costantemente ambita da molti importanti visitatori. Resiste sotto la protezione delle Terziarie Francescane della Beata Angelina fino al 1797, quando il trattato di Tolentino impone alla Santa Sede di cedere l'opera a Napoleone Bonaparte, che la fa trasferire a Parigi. Lì viene sottoposta ad un importante restauro, che trasporta la pellicola pittorica su tela. Bisognerà aspettare fino alla sconfitta di Waterloo per il ritorno, quando la Santa Sede invia a Parigi i suoi commissari artistici, tra i quali Antonio Canova, per pretendere la restituzione dei saccheggi napoleonici. Ma non torna a Foligno. Viene ceduta dalle monache allo Stato Pontificio, e nel 1816 entra a far parte del nucleo originario dell’attuale Pinacoteca Vaticana, insieme ad altre opere reduci dalla Francia.
La curiosità - Un particolare interessante porta la vicenda della Madonna di Foligno fino in Spagna. Sembra infatti che un collezionista privato di Cordova possegga una versione in dimensioni ridotte del capolavoro. Una “piccola Madonna di Foligno” (93,5x66,5 cm) che, dopo tre anni di indagini, è stata attribuita al Sanzio da un professore di Belle Arti dell’Università di Granada. Secondo quanto rivelato dagli studi effettuati, il quadro sarebbe stato una prova per il committente che, dopo aver ammirato il risultato, ne ordinò la riproduzione in dimensioni più grandi. Il modello preparatorio della pittura definitiva non si presenta però come un bozzetto: al contrario, ha l’aspetto di un’opera rifinita, e rappresenta sin nei particolari il soggetto della celebre Madonna di Foligno.
Daniela Querci (www.umbriatouring.it, 14/01/14)

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