Argomenti

LA MEMORIA DEL TEMPO PROFONDO

Un piccolo corso d'acqua, quasi dimenticato, scorre nel cuore dei boschi dell'Umbria. E' il Menotre, custode di una grande testimonianza: la memoria del tempo profondo. La sua valle è stretta e rigogliosa, e non è facile scorgerla. Si può individuare solo osservando attentamente i rilievi alle spalle di Foligno.
Lo scenario a Nord-Est della città, dominato dalle massicce strutture montuose del Sasso di Pale e del Serrone, delinea un aspro profilo a forma di V. E' l'ingresso alla gola, che penetra la dorsale per circa dieci chilometri, salendo da 250 a più di 800 metri. Il fiume supera una serie di ripidi dislivelli in una sequenza di scenografici salti: le sei cascate dell'Altolina. Più in alto, oltre il borgo di Pale e verso la sorgente, allo scoglio della Fauvella, raccoglie le acque di alcune piccole vene, che lo alimentano fino alla confluenza con il fiume Topino, alle porte di Foligno.
L'acqua, scorrendo in un letto calcareo, ha inciso profondamente le pareti dei versanti, portando alla luce le viscere della montagna: le rocce che conservano la memoria del tempo profondo.
Qui le pietre si possono leggere. Raccontano una storia che nessuna mano avrebbe potuto mai scrivere, perché parla di eventi talmente lontani da risultare inconcepibili per la nostra limitata concezione del tempo. Per interpretarle, è necessario adeguare l'idea umana del trascorrere a quella terrestre del divenire, così che il passato non sia più fatto di decine e centinaia di anni, ma di migliaia e milioni di secoli. Portare la mente a compiere questo salto vertiginoso è difficile, ma possibile. E il Menotre, nascosto tra i rami dei pioppi e degli alti cipressi, lontano dallo scandire frenetico del ritmo moderno, è il percorso ideale per predisporre il pensiero ad accettare, e comprendere, questo concetto. Una volta fatto, l'orizzonte diventa sconfinato. Immensi panorami storici si spalancano alla vista, mostrando il vasto e articolato paesaggio della costruzione del mondo. Come archivi di un passato remoto, le successioni sedimentarie che affiorano lungo il corso del fiume rivelano i più profondi mutamenti della Terra, che in questo luogo sono scritti davvero chiaramente in pochi chilometri. Così, seguendo il percorso della gola, i fianchi del fiume svelano quanto sia dinamico il paesaggio che appare statico e inalterabile, e attraverso quali processi sia arrivato ad assumere sembianze che sembrano immutabili, solo perché cambiano con cadenze impercettibili. Aride terre costiere, piatte distese desertiche ed effimeri laghi poco profondi, che evaporano lasciando manti inospitali di croste salate. Poi lagune, basse scogliere e lunghe spiagge tropicali, scandite per milioni di anni dall'andirivieni della marea. E in seguito mari aperti e abissi oceanici, talmente lontani dalle terre emerse da non serbarne più neanche il ricordo. Infine, in lontananza, di nuovo la terra, che torna a versare il suo tributo al mare: le creste appuntite di una catena montuosa, e le piene dei fiumi che spandono in acqua il fango e la ghiaia erosi dai suoi versanti.
E mentre gli ambienti che hanno fondato l'Umbria di oggi scorrono tra le pagine di pietra aperte dal fiume, al loro fianco si dipana la storia dell'uomo che, lungo il Menotre, ha lasciato mirabili segni del suo passaggio. Dagli antichi castellieri, gli insediamenti preromanici dei popoli italici, alle vestigia delle civitas e delle vie di comunicazione della Roma imperiale, fino ai borghi medioevali costruiti tra l'XI e il XII secolo. E gli acquedotti, le cartiere, i mulini.
Ogni manufatto contribuisce a tracciare la cronaca del millenario legame tra l'uomo ed il fiume. Sulla strada tortuosa che sale al valico di Colfiorito, tanti piccoli centri abitati ricchi di storia, come Verchiano, Lié, Casale, Scopoli, Leggiana, Rasiglia, punteggiano i boschi con i loro castelli, le fortezze e gli eremi, innalzati dalle grotte che diedero rifugio ai primi abitanti.Avamposti di frontiera tra la soleggiata valle umbra e il verde assoluto degli incombenti Appennini. Luoghi in cui la memoria del tempo profondo e le testimonianze della civiltà si intrecciano insieme, lungo il corso del fiume.

Daniela Querci (www.umbriatouring.it, 22/12/13)

Nessun commento:

Posta un commento