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IL PIU' ANTICO ATLANTE DEL MONDO IN MOSTRA A PERUGIA





PERUGIA - Il primo atlante geografico mai realizzato è in città. In esposizione fino al 10 gennaio nelle sale della Biblioteca Augusta, il “Theatrum Orbis Terrarum” di Abramo Ortelius, impreziosisce una collezione di raffinate opere cartografiche e testi storici e religiosi, intitolata “Palestina sive Terra Sancta”. Nell'ambito della mostra, il capolavoro cartografico del maestro fiammingo del 1500 si inserisce come uno degli indispensabili strumenti per descrivere l'itinerario del cammino liturgico dal XV al XVII secolo.

IL BOOM EDITORIALE DEL XVI SECOLO – Non fu un romanzo, né un libro giallo. Ma proprio l'atlante di Ortelius. L'idea di raccogliere in un testo unico le carte geografiche del mondo conosciuto si deve infatti a lui, che riunì 70 differenti mappe, riportandole alla stessa scala ed integrandole con le più recenti notizie geografiche del tempo. Dato alle stampe per la prima volta nel 1570, l'atlante ebbe un enorme successo editoriale. E se si pensa al contesto storico in cui è collocato, è facile capire il perché. Sfogliarlo doveva procurare vere e proprie emozioni. I continenti, i mari e gli oceani erano finalmente inquadrati in un'unica, grande rappresentazione globale, che forniva la prima visuale completa della superficie della Terra. Vi si poteva trovare ogni luogo del mondo conosciuto, precisamente indicato e descritto. Era possibile calcolare le distanze di qualunque itinerario di viaggio, studiare i percorsi e decidere le tappe. E quindi tutti volevano averlo. Nel giro di 10 anni fu pubblicato in 7 lingue, fra cui anche l'Italiano, ed in totale fu ristampato in 36 edizioni. Dal 1583 (l'edizione in esposizione a Perugia è del 1592) Ortelius completò l'opera con un supplemento chiamato “Parergon”, composto da un insieme di tavole storiche, che può essere considerato come il primo tentativo di produrre una carta tematica, allo scopo di utilizzare la geografia come base per inquadrare i fatti storici. Le tavole non sono l'unica particolarità descrittiva dell'atlante. L'opera comprende anche il “Catalogus Auctorum”, un dettagliato elenco di indicazioni bibliografiche, unico e primo nel suo genere, dalle quali è possibile risalire alle fonti delle diverse carte, ed al nome dei geografi, dei cartografi e dei navigatori che Ortelius consultò per rendere più accurate e precise le mappe.

DISTORSIONI GEOGRAFICHE – L'atlante di Ortelius ci illustra un mondo geograficamente molto diverso da quello che oggi conosciamo. L'Italia è distorta, stirata a causa di alcune imperfezioni negli elementi di longitudine e latitudine, che danno come risultato l'aumento della lunghezza del Mediterraneo di quasi un terzo. Per adattarsi al bacino, la nostra penisola si protende nel mare con direzione Nord-Sud anziché Nord Ovest – Sud Est. La deformazione si fa sempre più evidente procedendo verso la parte meridionale. Il Gargano è posizionato sullo stesso parallelo di Napoli ed Otranto; il golfo partenopeo è quasi sul medesimo meridiano di Reggio Calabria, e anche Taranto e Vasto condividono la stessa longitudine, come il Gargano e Brindisi. Le carte raccolte nell'atlante di Ortelius derivano essenzialmente dal sistema di rappresentazione cartografica elaborato da Tolomeo, il grande astronomo, matematico e geografo greco del II secolo. La mostra espone anche una versione del 1562 della “Geographia” di Tolomeo. L'opera – tenuta fortemente in considerazione dai cartografi del tempo – descrive in dettaglio le regole per proiettare sul piano il globo terrestre, in modo da poter costruire le carte geografiche. Per formularle, Tolomeo applicò alla superficie della Terra un sistema di localizzazione analogo a quello utilizzato per il suo indimenticabile modello astronomico, basato sulla concezione geocentrica dell'Universo. Nella rappresentazione tolemaica, i pianeti ruotavano attorno alla Terra immobile seguendo regole estremamente complesse, ma che riuscivano a riprodurre con soddisfacente precisione il moto apparente della Luna, del Sole e degli altri corpi celesti conosciuti.
DIRITTI D'AUTORE E RIVALITA' PROFESSIONALI – All'atto della prima pubblicazione della sua opera, Ortelius ottenne il monopolio per gli atlanti. Questa sorta di diritto d'autore impedì per un certo periodo ad altri cartografi di divulgare i propri lavori. Ma il progresso non si può imbrigliare con disposizioni legali e regole commerciali, e la scuola cartografica fiamminga aveva altri elementi in grado di contribuire allo sviluppo della conoscenza. Il nome “atlante”, ad esempio, si deve all'immagine collocata sul frontespizio di una collezione di mappe terrestri del grande Gerardo Mercatore, amico e rivale professionale di Ortelius. Vi è raffigurato Atlante, il re della Mauritania, valente astronomo e cartografo. Il nome non sembra quindi essere legato – come comunemente si crede - al mito del gigante condannato da Zeus a reggere il mondo. L'edizione completa dell'atlante di Mercatore apparve postuma, nel 1602, ma il cartografo diede il nome ad una delle più geniali tecniche di proiezione sul piano della superficie terrestre, che porta ancora il suo nome. Ed è talmente precisa da venire tutt'ora utilizzata dall'Istituto Geografico Militare di Firenze per la costruzione della Carta Topografica d'Italia.

DA DRAGHI E MOSTRI MARINI AI SISTEMI SATELLITARI – “L'uomo ha sviluppato tre grandi forme di comunicazione: il linguaggio, la musica e la cartografia. Quest'ultima è di gran lunga la forma di comunicazione più antica” (da “The Times”, 1992). In effetti, le prime carte geografiche conosciute risalgono addirittura al 2300 a.C., e sono attribuite ai Babilonesi. Nel corso della storia, mappe e cartine sono state prodotte sui più disparati supporti, dalla pergamena di pelle di pecora alla ceramica e alle lastre di rame, fino alla grande svolta della carta stampata. E anche i contenuti hanno compreso descrizioni varie – e spesso alquanto fantasiose – di luoghi e zone geografiche. Nel mappamondo di Lenox, datato ai primi anni del 1500, compare una delle diciture più famose nell'ambito delle descrizioni cartografiche: “hic sunt dracones”, davanti alle coste orientali dell'Asia, per indicare territori pericolosi e inesplorati. Non si contano poi i mostri marini e le isole fantastiche disegnati per riempire le zone sconosciute dell'Oceano Atlantico, oltre la longitudine delle Isole Canarie e delle Azzorre, fino a tutto il XV secolo, quando Colombo scoprì le Americhe. Grazie alle grandi conquiste dell'esplorazione ed ai rivoluzionari sistemi di proiezione geografica del XVI secolo, la cartografia è entrata nella sua era moderna, e fino all'ultimo decennio del secolo appena trascorso si è fortemente sviluppata sulle basi classiche che la fondano. Ma oggi il suo progresso è radicalmente cambiato. I sistemi satellitari del tipo Global Positioning System governano indiscutibilmente i dati cartografici contemporanei, e l'enorme potenziale dei computer ha portato allo sviluppo di una nuova serie di strumenti di studio - che collettivamente vengono chiamati Sistemi Informativi Geografici (GIS) - in grado di intrecciare le informazioni catalogate da diverse organizzazioni di ricerca per produrre carte con dettagli e definizioni sbalorditive. Le mappe informatiche non hanno comunque perso l'eleganza ed il fascino delle loro antiche antenate. Non a caso la cartografia è stata definita come la più scientifica delle arti e la più artistica delle scienze. E la produzione contemporanea ci tiene a dimostrarlo ancora.
Daniela Querci(da: il Corriere dell'Umbria - 29/12/2008)

3 commenti:

  1. Hello, thanks for the reply.

    I asked because you contacted Candace, my sister.

    I looked on the Internet and see that you are a scientist with good credentials as well as a reporter.

    We are hearing the bad news about the earthquake. Has this affected your region, especially Perugia?

    Thanks!!

    Sherry

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  2. Hi Sherry. Nice to meet you.
    No. This time we've been lucky in Umbria. Earthquake has been strong, but it damaged seriously only Abruzzo, an Italian region some 150 km far from Perugia. In Umbria someone has been waked up by the strongest sismic wave, at about 3,30 in the morning, and in Rome too, they felt the earthquake.
    Unfortunately, near the epicentre they already found 150 deceased, and the number will surely increase...
    Thanks a lot for your interest.
    Greetings,
    Daniela

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  3. Thank you. I am reading the news from English and Italian papers, and it sounds very serious. My greatest sympathy.

    I enjoy your blog reports, though my Italian is not good.

    Sherry

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