PERUGIA - Associare un cognome ad un DNA anonimo. E' il futuro prossimo venturo della scienza forense. Quello nel quale ad ogni codice genetico potrà essere probabilisticamente collegato un cognome. Ma tanto più ricorrente è il cognome, tanto più difficile risulterà l'abbinamento.


LE “SCAPPATELLE” DEGLI UOMINI REGISTRATE NEL DNA - mentre alle donne spetta il maggior successo nella trasmissione del patrimonio genetico – Sempre a proposito di DNA, di cromosomi e di uomini. E donne. La notizia è che l'uomo – nel corso della sua storia evolutiva - è praticamente sempre stato poligamo. Lo confermano studi pubblicati su PloS Genetics da ricercatori dell'Università di Tucson, e riportati da Valentina Murelli nell'ultimo numero di Le Scienze. I dati ottenuti dal gruppo di genetisti dimostra che nella specie umana la monogamia è una scelta talmente recente – dal punto di vista evolutivo – da non essere ancora neanche registrata nel nostro DNA. Al contrario, la poligamia - o più precisamente la poliginia (accoppiamento di un solo maschio con più femmine) - sarebbe rimasta inequivocabilmente impressa nel nostro genoma, a testimonianza della lunghissima appartenenza della specie umana a tale pratica. La ricerca si basa sul fatto che il codice genetico femminile è caratterizzato da una coppia di cromosomi XX, mentre quello maschile da una coppia XY. Ogni cromosoma X ha poi al suo interno una variabilità genetica, sia negli uomini che nelle donne. Questa variabilità genetica del cromosoma X è stata confrontata con quella di altri cromosomi non coinvolti nella determinazione del sesso, in un campionario di oltre cento individui appartenenti a 6 popolazioni differenti. E' risultato che il cromosoma X ha una variabilità genetica molto maggiore di quella riscontrata negli altri cromosomi. Ma dal momento che questi ultimi sono presenti in ugual misura nei 2 sessi, mentre il cromosoma X è doppio nelle donne rispetto agli uomini, il risultato sarebbe dovuto essere esattamente il contrario, in una popolazione di individui in cui il numero di maschi e femmine che si accoppiano è lo stesso. I dati sono stati quindi sottoposti alla prova di un certo numero di ipotesi che avrebbero potuto alterare le proporzioni fra i 2 sessi. Ma l'unica soluzione che da sola possa spiegare il fenomeno, è risultata la poliginia. Vale a dire che – nel corso dell'evoluzione della specie umana – pochi individui di sesso maschile hanno generato figli con molte femmine. Una importante conseguenza di questo comportamento è stata che, nel complesso, le donne hanno potuto trasmettere ai discendenti il proprio patrimonio genetico con maggior successo degli uomini.
SELEZIONE E MUTAZIONE PER L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE - geneticamente non ha senso distinguere razze diverse nell'uomo – In biologia, l'evoluzione è il cambiamento nel tempo del patrimonio genetico degli individui di una stessa specie, ed avviene attraverso 2 azioni fondamentali: la mutazione e la selezione naturale. La mutazione è una forma di cambiamento determinata dal caso, che ha come effetto quello di rendere una popolazione di individui sempre più eterogenea. Ma nella maggior parte dei casi essa non influisce, o lo fa negativamente, sulla capacità di sopravvivenza e di riproduzione degli individui.

Daniela Querci - 10/11/2008
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